Azzeccata la nuova formula con cui si è tenuta l’Assemblea della Sezione di Locarno del PLR la sera di martedì 27 maggio scorso. Infatti ai lavori assembleari è seguita un’interessante tavola rotonda che ha arricchito e vivacizzato la serata.
L’Assemblea non ha riservato sorprese, svolgendosi ordinatamente, permettendo il sollecito l’espletamento di tutte le trattande previste dagli statuti.
Il presidente Gabriele De Lorenzi ha dapprima reso omaggio ai defunti, ricordando in particolare la figura di Franco Buzzi, Isa Astolfi eMarco Pessi. Ha poi sottolineato come la sua presidenza si sia mossa soprattutto per favorire una miglior comunicazione tra i diversi membri della sezione, per rinnovare le cariche sezionali e distrettuali, per fare il punto delle finanze della sezione, ricordando i numerosi incontri avuti : quelli regolari dell’Ufficio presidenziale e del Comitato, con il Gruppo dei consiglieri comunali e con i municipali, dei capi quartiere, nonché le serate organizzate sulle previste modifiche del Piano regolatore e, in collaborazione con PS e PPD, sulla scottante questione del maxi postribolo sul Piano, lanciando infine un appello all’unità e a anteporre gli interessi della città su qualsiasi altro.
Sono seguite le nomine statutarie, la presentazione della situazione finanziaria e la definizione delle tasse sociali.
A riguardo delle prossime elezioni cantonali ha ricordato che Niccolò Salvioni e Alessandro Spano si sono messi a disposizione per candidarsi al Gran Consiglio, la cui lista verrà discussa prossimamente a livello distrettuale, mentre la stessa Carla Speziali ha confermato di privilegiare il suo impegno per la città, conscia tuttavia dell’importanza di avere un candidato forte del Locarnese sulle liste per il Consiglio di Stato.
E’ quindi intervenuto il presidente cantonale Rocco Cattaneo, che si è felicitato per la ritrovata serenità all’interno della Sezione, illustrando i punti su cui si basa la campagna elettorale: la scelta dei candidati entro fine primavera (che saranno presentati il 17 giugno in piazza a Lugano); l’allestimento del programma elettorale; la messa a punto della comunicazione; l’implementazione di una nuova piattaforma internet unica per tutto il partito; la ricerca di fondi. Ha infine ricordato i successi ottenuto nella votazione del 18 maggio: l’introduzione del freno al disavanzo nelle finanze cantonali, l’amnistia fiscale, la bocciatura del salario minimo. E ha concluso sottolineando come il PLR debba apprendere a non essere il partito di maggioranza, operando in modo critico nei confronti di un governo a maggioranza leghista, inconcludente e senza progetti. E che le dimissioni di Laura Sadis rappresentano un rischio per l’elezione di un secondo Consigliere di Stato liberale, ma anche un’opportunità per portare in governo nuove persone capaci di attuare i necessari cambiamenti.
La giornalista Laura Zucchetti ha poi brillantemente animato un’ interessante tavola rotonda sui rapporti Confederazione-Canton Ticino- Locarno con Fabio Abate, Carla Speziali, Alain Scherrer, Davide Giovannacci. Quest’ultimi hanno ricordato come vi siano delle difficoltà a far capire a Berna come la situazione ticinese differisca da quella di altri cantoni, in quanto minoranza, per la vicinanza della Lombardia, per la massiccia presenza di frontalieri, per la lunga mancanza di un ticinese nel Consiglio federale. Carla Speziali, d’altro canto, ha raccontato come da vicepresidente del partito liberale radicale svizzero registri invece l’interesse del partito nazionale per il Ticino e come sia importante essere inseriti in organismi federali, come Locarno nel gremio delle città svizzere, e come attraverso il Festival del cinema, la città sia privilegiata avendo regolarmente un contatto diretto con dei Consiglieri federali.
Ma è toccato a Fabio Abate, protagonista della politica nazionale come Consigliere agli Stati, a tracciare un quadro più preciso e preoccupante dei rapporti tra il Ticino e Berna. Un rapporto da parte degli esecutivi cantonali degli ultimi due decenni purtroppo giocato più su rivendicazioni che sulla capacità di avanzare proposte concrete, per rivalità regionali ormai superate altrove, che non permettono mai di presentarsi a Berna tempestivamente con proposte sufficientemente chiare e condivise. Ne è emerso un ritratto assai critico del Cantone, in difficoltà nell’affrontare le nuove sfide, tendenzialmente ancora troppo inerte e chiuso su se stesso, con l’illusione che le decisioni che contano si prendano a Bellinzona anziché a Berna e ancora incerto nell’ intrattenere regolari e cordiali contatti con la Berna federale e con la sua amministrazione.
Solo il tempo, tiranno, ha posto fine ad un dibattito seguito con interesse dal pubblico, convinto dell’utilità di altri incontri simili.
L’aperitivo finale nell’atrio dell’antico palazzo governativo ha poi posto fine alla serata piacevolmente.