Carla Speziali. Lei è stata la prima donna Sindaco di una città importante come Locarno. Ed è una donna che lascia il segno: conti della Città risanati, Palacinema e nuovo Lido, acquisizione Società Elettrica Sopracenerina e FEVI, pedonalizzazione di Piazza Grande... tanto per citare i dossier e i progetti più importanti. Cosa significa essere ai vertici di un comune che non le ha risparmiato né difficoltà né resistenze?
In Ticino sono stata la prima donna Sindaco di una città dell’importanza di Locarno e per ora anche la sola. Molte altre donne rivestono da tempo importanti ruoli istituzionali, fino al Consiglio federale. Tuttavia la carica di Sindaco di una città polo da noi, a differenza di quanto succede oltr’alpe, rimane per una donna ancora un po’ un’eccezione. Ma le difficoltà e le resistenze che incontra un Sindaco non dipendono certo unicamente dal fatto di essere una donna, anche se negli anni ho maturato la convinzione che questo fattore da noi in Ticino gioca purtroppo ancora un ruolo. Il fatto stesso che il termine «Sindaca» alla nostre latitudini «suoni strano» dimostra in fondo come non ci siamo ancora abituati a questo ruolo al femminile.
Quello del Sindaco è un ruolo – ritengo – speciale e molto profilato. Solo formalmente si è un «primus inter pares»; in verità in questa funzione devi avere una visione generale della gestione del Comune e sei per la cittadinanza un punto di riferimento un po’ per tutto. Forzatamente dunque nel bene e nel male e devi spesso «sopportare colpe» che non sono veramente tue. Se solo venissero attribuiti meriti e colpe con la stessa generosità e correttezza...
L’aggregazione è un cantiere che provoca «tormento» nel Locarnese. Nel discorso d’inizio anno ha rilevato l’importanza di aprire le porte alle buone idee. Perché non viene riconosciuta come una buona idea il processo aggregativo? E ci sarà un futuro?
La vera buona idea è adattare le istituzioni e il loro funzionamento ad una realtà mutata rispetto a quando sono nati gli attuali Comuni, per garantire risposte tempestive ed efficaci alle esigenze dei cittadini. Esigenze che non sono più solo quelle di piccoli villaggi autonomi, ma sempre più interdipendenti, con problematiche regionali, a livello di infrastrutture o di servizi (pensiamo alla sicurezza, alla viabilità, alla formazione eccetera). L’aggregazione è una risposta, uno strumento per superare l’attuale frammentazione, qualora non riesca a produrre i risultati collaborativi auspicati. E il Locarnese, purtroppo, a causa di questa parcellizzazione, ha perso negli anni la possibilità di realizzare diversi progetti a vantaggio di tutti. Quando si riconoscerà che è più vantaggioso realizzare un obiettivo comune, anziché ognuno lottare a denti stretti solo per il proprio, anche le aggregazioni – che non sono la panacea per tutti i mali – potranno essere considerate diversamente.
Le vengono riconosciuti grandi meriti e grandi doti umane per il modo in cui svolge il compito da Sindaco: ogni giorno si spende per i suoi cittadini con quali rinunce, e quali soddisfazioni?
Io sono profondamente convinta, e questa è una convizione che per una parte ho «ereditato» da mio padre e per l’altra che ho approfondito in tutti questi anni di Sindacato, che lo spirito di servizio che un Sindaco, come in verità ogni politico che viene chiamato dal popolo a governare all’interno di un esecutivo come il Municipio, comporta un coinvolgimento personale a trecentosessanta gradi. Per poter essere un punto di riferimento per la cittadinanza, per poter svolgere davvero e concretamente la funzione di pubblica utilità, giorno per giorno a favore delle cittadine e dei cittadini. Quando si riesce a contribuire nel dare una risposta concreta ai loro bisogni, ad esempio aprendo le porte per un lavoro o altro, allora sì che ci si sente soddisfatti e, questo compensa le delusioni che immancabilmente ci sono, anche perché in politica il principio basilare del rispetto tra le persone viene spesso sacrificato a favore delle lotte di potere.
Si riconosce in coloro che affermano che le donne in politica si avvicinano più facilmente, per il loro impegno e dedizione, al modello antico del Sindaco «padre della collettività»?
In quanto donna, mi piace vedere interpretato il ruolo del Sindaco piuttosto come «madre della collettività», che integra dunque la visione di una dedizione piena ed amorevole, tipicamente femminile e materna.
La sua politica, per la sua Locarno, l’ha portata a vincere nel 2006 lo Swiss Award nella categoria «politica». Cosa significa essere riconosciuti a livello nazionale?
I riconoscimenti sono ovviamente una soddisfazione e un’iniezione di fiducia, che danno la carica per continuare nel proprio impegno. Non appianano però le problematiche che si ripresentano nella realtà quotidiana con le loro difficoltà e fatiche e che vanno affrontate con rigore e tenacia. Spero che nella nostra realtà mediatizzata e spettacolarizzata, del mio impegno non rimarrà solo il ricordo della scintillante serata degli Award.
D’altronde il suo esempio di buona politica l’ha portata a calcare la scena nazionale nel ruolo di vicepresidente del PLR svizzero. Cosa significa essere parte degli ingranaggi decisionali della politica federale?
Permette di avere una visione più ampia della realtà politica, dei problemi e delle dinamiche che la attraversano, ma anche di confrontarsi con modi, atteggiamenti, sensibilità differenti nell’affrontare le problematiche e risolverle. Ciò ovviamente consente di gettare uno sguardo diverso anche sulla politica cantonale, eccessivamente chiusa su se stessa ed incapace di dialogare con il resto del Paese. Pur riconoscendo al Ticino le sue peculiarità, appare limitativo quando non apertamente negativo un atteggiamento che vede nei confederati un ostacolo piuttosto che un partner.
Cosa vuol dire essere figlia di un personaggio politico come lo è stato suo papà Carlo?
Non si può rispondere con una battuta ad una domanda che tocca così nel profondo la propria identità personale e politica. Di certo è un privilegio, poiché permette di condividere un sapere e delle esperienze a cui non tutti possono attingere con tanta naturalezza. E’ nel contempo un modello con cui non è sempre facile confrontarsi. Ma è soprattutto, al di là dell’aspetto politico, una carica fatta di sentimenti e di ricordi dove prevale la figura umana del mio caro papà ed il legame affettuoso che mi ha sempre legato fortemente a lui.
L’abbiamo vista presente in questa campagna elettorale, con spirito curioso e interessato. Cosa ha percepito?
Il nostro partito ha fatto una scelta coraggiosa, proponendo una lista di grande rinnovamento, che dà l’opportunità di immettere forze qualificate in Consiglio di Stato e in Gran Consiglio, in modo da poter riprendere la forza propositiva e trainante a favore della comunità, non mirata ai meri interessi personali. Grazie al nostro sostegno facciamo in modo che i nostri candidati raccolgano i frutti meritati dopo tutto l’impegno di questa campagna elettorale.