La nostra città si avvia a concludere la campagna elettorale in un clima di litigiosità che non fa bene alle soluzioni concrete che i nostri cittadini attendono.
Non è purtroppo fenomeno nuovo. Quando partiti, Municipio, Consiglio Comunale sono stati uniti, verso Cantone e Confederazione, sono stati conseguiti risultati positivi e opere rilevanti realizzati al di là dell’ordinaria amministrazione: penso alla galleria Mappo-Morettina, al centro balneare, al Festival del film, al Palacinema. Divisi abbiamo invece perso molte occasione: la facoltà di architettura, un autentico centro culturale con sala multiuso, infine il Museo del territorio. In futuro auspico compattezza sui progetti che il Municipio presenterà.
Mi sta particolarmente a cuore il futuro dell’ospedale regionale La Carità. L’ospedale serve una popolazione di circa 50'000 residenti nel locarnese, numero che è quasi raddoppiato in periodo di ferie. L’ospedale ha finora soddisfatto le esigenze dei pazienti, per qualità di cure, eccellenti professionalità mediche e infermieristiche. Il suo futuro è tuttavia incerto, legato a una serie di decisioni politiche, di pianificazione cantonale ospedaliera e di mandati di prestazione non ancora definiti. Soprattutto dipende da una condizione di tipo contrattuale: un progetto di collaborazione tra l’ospedale La Carità e la clinica Santa Chiara. Questo progetto dovrebbe sfociare, nelle intenzioni politiche cantonali, in una società anonima. Un’operazione della quale, per il momento, non si intravvedono però le soluzioni mediche, cioè la parte essenziale costituita dalle integrazioni o separazioni di reparti e di specialità. Questa situazione di incertezza deve essere rapidamente superata, nell’interesse dei pazienti, dei medici e di tutto il personale. La direzione dell’ospedale ha reso noto recentemente proposte edificatore allo studio, a medio e a lungo termine. È però evidente che l’edificazione dovrà seguire la decisione sui contenuti dell’ospedale. La costruzione di una palazzina prevista per gli studi medici specialistici al fine di liberare spazi nell’attuale struttura appare certo ragionevole, tuttavia non decisiva per l’operatività futura dell’ospedale dal profilo medico sanitario. La massima attenzione dovrà quindi essere data da parte del futuro Municipio alla dotazione dei reparti che compongono la reale offerta di prestazioni. E’ condivisibile che le alte specializzazioni siano necessariamente concentrate, ma è indispensabile che sia garantita un’alta qualità al più grande numero dei ricoveri che non rientrano in questa casistica eccezionale, cioè l’85% delle degenze. Fondamentali saranno anche le decisioni che il prossimo 5 giugno il popolo sarà chiamato a esprimere sulla revisione della legge sull’ente ospedaliero e sull’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali ticinesi”. Le autorità politiche del distretto (Locarno, ma anche gli altri Municipi) devono essere pronte ad affrontare, d’intesa con tutte le parti coinvolte (medici ospedalieri e privati, personale sanitario, ecc.), con la necessari forza e volontà politica, la futura pianificazione, qualunque sia l’esito della consultazione popolare. Lo dobbiamo a tutta la popolazione.
“Giornale del Popolo”, 5 aprile 2016