Manovra di rientro

«Incipit» per una vera riforma dello Stato
Opinione Liberale, 15 luglio 2016

Il rapporto di maggioranza sulla manovra di rientro finanziario sarà redatto da PLR, Lega e PPD che hanno trovato un comune denominatore: appoggiare le proposte governative da 185 milioni, proponendo però misure aggiuntive – di competenza del parlamento – per ulteriori 10-15 milioni che andranno ad incidere sulle uscite. Nel parliamo con il capogruppo PLR Alex Farinelli che in questa intervista ci spiega come si è arrivati a un’intesa «che va ben oltre gli importi» che il Gran Consiglio sarà chiamato a votare: nella sessione di settembre probabilmente.

 Alex Farinelli. Dalla Gestione è uscita un’intenzione condivisa PLR-Lega-PPD che chiede maggiori sforzi sulle uscite...

In effetti dopo aver preso atto della manovra, insieme a PPD e Lega si è deciso che ci si poteva impegnare per migliorarla sul fronte delle spese. Va detto che il governo è riuscito nell’obiettivo importante di avanzare delle proposte che portassero al pareggio di bilancio in tre anni e che fossero condivise da tutti i consiglieri di Stato. A livello parlamentare però la logica è differente per cui si è lavorato cercando prima di capire chi condivideva degli indirizzi di fondo, per poi redigere il rapporto. Diciamo che non si è voluto escludere a priori nessuno ma si è effettuato un percorso di avvicinamento che ci ha portati a definire gli schieramenti.

Ci spieghi nel concreto come si è agito?

Inizialmente ogni gruppo parlamentare ha avuto tempo di approfondire e poi esprimersi sulle proposte provenienti dal governo, questo per capire quale fosse il grado di condivisione rispetto alle 18 misure di competenza del parlamento. A questo stadio PLR, PPD, Lega e la Destra si sono trovati relativamente in sintonia sostenendo in larga misura le proposte governative fatto salvo alcune piccole modifiche. Purtroppo PS e Verdi hanno manifestato invece un grado di insoddisfazione decisamente alto. Date queste premesse sarebbe stato un esercizio molto difficile trovare un minimo comune denominatore che tenesse uniti tutti i partiti, e che probabilmente avrebbe portato a  scontentare tutti. 

Di conseguenza si è deciso di procedere con i quattro partiti maggiormente in sintonia...

Esatto, abbiamo deciso di nominare tre corelatori in quanto abbiamo ritenuto che il significato politico vada ben oltre gli importi che si è chiamati a votare. Per questa ragione il rapporto di maggioranza sarà redatto dai capigruppo di PLR, PPD e Lega. 

Sembrerebbe che l’idea sia quella di agire maggiormente sulle spese?

Effettivamente sì. Considerato che tutti hanno espresso la volontà di agire maggiormente sulle spese, con i colleghi di Gestione si stanno imbastendo alcuni ragionamenti per cercare di migliorare ulteriormente il risultato finanziario complessivo, andando però nella direzione di ridurre le uscite. Diciamo che se il parlamento migliorasse la manovra di 15 milioni portandola a un rientro complessivo di 200 milioni in tre anni sarebbe un risultato significativo: penso non sia mai successo negli ultimi decenni che il parlamento sia andato oltre a quanto proposto dal governo. Anzi, di solito era vero il contrario. Ma la situazione attuale ci impone uno sforzo di responsabilità.

Nello specifico cosa proporrete?

E’ prematuro entrare nei dettagli perché le proposte sono ancora in una prima fase di studio. Tuttavia posso dire che si sta lavorando principalmente su contributi e sussidi che oggi costituiscono oltre un terzo di tutte le spese del Cantone. Faremo delle proposte estremamente concrete e quantificabili, e poi daremo anche degli indirizzi più generali perché riteniamo che sia arritato il momento per una vera riforma dello Stato: questa manovra di rientro è il punto di partenza! Cercheremo anche di andare un po’ incontro ai Comuni che in questi anni si sono sentiti decisamente bistrattati.

E a livello di tempistica come si pensa di agire?

A nostro avviso la manovra dovrebbe arrivare in Gran Consiglio durante la seduta di settembre, in questo modo i provvedimenti adottati potrebbero essere applicati già praticamente tutti dal prossimo anno.

Ci dica la verità, lei crede che sarà possibile riuscire nello scopo? Non teme il lancio di parecchi referendum?

Io credo di sì, mi pare che a livello di classe politica sia ben chiaro che il pareggio di bilancio non è un obiettivo ma una necessità. Non temo il lancio di referendum perché ho molta fiducia nella popolazione ticinese e nella sua capacità di giudizio.