Polo della meccatronica, 1050 firme di cittadini male informati!

Gianbeato Vetterli , Consigliere comunale uscente e commissario della gestione di Locarno

Che in Ticino la problematica dei frontalieri sia, a torto o a ragione, molto sentita è innegabile, che l’ipotizzato polo tecnologico, da sviluppare nell’area dismessa dai vecchi servizi comunali nel Quartier nuovo, diventerebbe un polo “attira-frontalieri” (!?), come dichiarato dai promotori per farsi sottoscrivere la petizione recentemente consegnata al Municipio di Locarno, è una pura e semplice bufala a sfondo elettorale. 

Voglio qui ricordare solo i principali punti del mandato che presto verrà affidato a 5 gruppi di lavoro (meglio sarebbero stati 3 che, oltre che a minor costo, avrebbero semplificato di molto le future decisioni,  ma la maggioranza del Consiglio Comunale ha voluto altrimenti) per l’elaborazione di un piano di quartiere da inserire nel PR del comparto:

  • la pianificazione di un ecoquartiere, che vuol dire un quartiere ecosostenibile in cui si vive, si lavora e vi si trovano tutti i servizi primari
  • per evitare l’esclusione delle cerchie più povere della popolazione  dovrà essere previsto l’inserimento di un certo numero di alloggi a pigione moderata
  • quali attività ammesse dovrà essere previsto l’insediamento di aziende non o poco moleste attorno ad un polo formativo di ricerca e sviluppo (polo tecnologico) per creare con quelle esistenti un cluster (agglomerato di aziende con esigenze professionali simili e/o condivise) 

La creazione di un polo tecnologico, possibilmente in collaborazione tra pubblico e privato, favorisce la ricerca e lo sviluppo comune di tecnologie particolarmente richieste nel cluster ed ha come conseguenza prima un maggiore ancoraggio al territorio delle aziende già esistenti (leader o precursori), che inizialmente hanno sviluppato in proprio simili tecnologie e profili professionali, nonché la creazione di start-ups (nuove aziende) o di spin-offs (aziende che nascono da altre simili già consolidate), che pure vengono ancorate al territorio perché sovente diventano fornitori specializzati delle aziende leader. Si creano così interconnessioni a reciproco vantaggio di tutti gli attori che rendono fondamentale il mantenimento della vicinanza e problematica un’eventuale delocalizzazione per ragioni economiche, come purtroppo spesso avvenuto nel recente passato.

Appurata la presenza in zona di alcune aziende leader del settore (Agie, Schindler, Turbomach, ecc) si è ritenuto prioritario pensare ad un polo della meccatronica, tesi sostenuta anche da uno studio della SUPSI, che fa inoltre notare che la meccatronica trova sempre più applicazioni anche negli altri settori esaminati ed ipotizzabili per Locarno: quelli della chimica-farmaceutica, dello sport, salute e benessere e dell’audiovisivo.

In questo senso ci si ritroverebbe addirittura in un ancor più interessante scenario misto in cui alcune competenze specifiche presenti nel comparto della meccatronica potrebbero fungere da supporto e sostegno anche per lo sviluppo dei testé citati settori, che da tempo contraddistinguono la nostra regione, e che pure si vorrebbero promuovere.

Vista l’esiguità ma soprattutto la peculiarità di ecoquartiere (dove si abita e si lavora), l’alto valore aggiunto dei prodotti del settore e l’importante componente formativa, che amplierà ulteriormente l’ottimo contributo alla formazione che le aziende già insediate stanno offrendo, quanto si deciderà di realizzare sarà ampiamente mirato ai residenti per i quali configurerà una grande opportunità di crescita e di lavoro (meccatronici diplomati hanno l’impiego assicurato sia nell’industria che, come abbiamo visto, anche nei servizi turistici, dello sport e dell’audiovisivo, tutti settori in cui, non solo in Ticino, esiste una notoria mancanza di questi profili), ben altro che il paventato danneggiamento del tessuto economico e sociale della regione.

Quanto proposto dal Municipio e nel frattempo approvato dal CC va quindi esattamente nella direzione richiesta dai firmatari dell’inutile e fuorviante petizione portata avanti in perfetto stile leghista, in periodo elettorale, con una stucchevole disinformazione.

“Giornale del Popolo”, 5 aprile 2016